Affinché lo studio di una qualsiasi materia sia produttivo bisogna cercare di prevedere sempre un risvolto emozionale capace di dare “significanza” al lavoro di apprendimento.
Emozioni, computer e informatica
Quali sono i fattori che concorrono all'efficacia dell'apprendimento? Quando e quanto è significante un corso di alfabetizzazione informatica di base?
L'informatica è una materia che ha le sue radici nella matematica e nella logica. Necessita, per essere compresa, del ragionamento razionale. Rimanendo, per questo, una materia fredda e poco vocata per l’esperienza emozionale.
L’apprendimento dell’informatica, tuttavia, non può prescindere dai meccanismi di apprendimento significativo.
Quando la predisposizione alla speculazione logico-razionale non è presente in modo naturale nello studente allora l’insegnante deve far maggiormente leva proprio sul lato emozionale dell’apprendimento.
Per gli insegnanti, questa è una sfida pedagogica molto complessa.
Cosa fare per apprendere l’informatica e l’uso del computer?
L'atteggiamento emotivo con il quale ci si predispone all'apprendimento è essenziale. Quali sono le caratteristiche mentali e la predisposizione migliore per acquisire maggiormente le informazioni che vengono fornite dall’insegnante?
Prima di tutto deve essere chiaro che il computer fa esattamente ciò che gli ordiniamo di fare. Questa è una caratteristica fondamentale che ci dovrebbe far capire che il computer non prenderà mai alcuna iniziativa in piena autonomia ma tutto ciò che farà sarà semplicemente un riflesso di ciò che noi gli comandiamo di fare.
Quindi bisogna prima di tutto far decadere la paura rispetto ai computer. Bisogna comandare.
Per apprendere l’informatica, inoltre, non bisogna essere dei geni. Bisogna far cadere un mito che divide il mondo in “nerd” e “geniacci” dalla gente comune. Ci vuole solo un poco di pazienza e una buona dose di esercizio pratico.
Scegliere un corso con numerose esercitazioni pratiche
L’insegnante di informatica per poter coinvolgere i propri allievi nell’uso produttivo di un computer deve proporre esercizi riconducibili ad esempi concreti di vita reale.
Bisogna ricordarsi di cercare corsi di informatica maggiormente incentrati sulla parte pratica del lavoro: connessione con la realtà, effetti dell’informatica nella vita reale, esempi pratici nonché prove concrete di utilizzo del computer.
Quando le lezioni pratiche di informatica vengono indirizzate verso obiettivi specifici propri dell’allievo diventano ancora più produttive. L’allievo ricorda meglio ciò che apprende se questo ha un legame con la propria vita personale e se questo è legato alle proprie emozioni.
Gli insegnanti, in tal senso, hanno una grande responsabilità nell’insegnamento significativo. Bisogna essere predisposti ad ascoltare i propri allievi conoscendo le loro emozioni ed i loro obiettivi.
Disporsi in ordine di “apertura mentale”
L'apertura mentale è un'altra di quelle caratteristiche che servono primariamente per poter utilizzare ogni tipo di dispositivo digitale. Questi ultimi, infatti, ci mettono in contatto con tutto il mondo tramite internet e per poter sostenere l’impatto culturale di tutto questo è necessario liberarsi dai preconcetti e dalle abitudini culturali. Queste infatti ci possano ostacolare nell'apprendimento di nuove conoscenze e tecniche.
Mi è capitato spesso di indicare ai miei studenti di liberarsi mentalmente di preconcetti e di vecchie nozioni per poter apprendere nuovi metodi e nuove logiche.
Apertura mentale richiede un certo distacco (anche se provvisorio) da valutazioni di ordine morale. Può accadere infatti che la propria visione “morale” della vita ci impedisca di comprendere appieno vantaggi e pericoli dell’informatica.
Un momentaneo distacco dalla visione filosofica del mondo può essere utile a darci una punto di vista più limpido sull’informatica che di fatto è e deve rimanere sempre uno strumento.
Distacco e coinvolgimento
Qual è il giusto equilibrio fra distacco e coinvolgimento?
Prima di tutto bisogna considerare un computer alla stregua di un martello, un banale strumento per la vita di tutti i giorni. Forse più somigliante ad un coltellino svizzero. Anche se multiuso, bisogna vederlo solo come uno “strumento” e non come un “fine”.
Distacco dallo strumento
Si sa benissimo quanto, oggi, la confusione sia profonda: il digitale è diventato non più uno “strumento” ma un “fine” della vita di tutti i giorni.
Per evitare di confondere lo “strumento” con il “fine” bisogna guardare al digitale, ai computer e all’informatica con un deciso distacco. Essi sono solo ed unicamente mezzi.
Quando l’informatica diventa il fine della esistenza la nostra esistenza diventa digitale. Perdiamo il contatto con il reale e diventiamo noi stessi strumenti di chi usa l’informatica come mezzo.
Conoscere i propri obiettivi
Alle origini deve essere chiaro dove si vuole arrivare e come si vuole utilizzare l’informatica (obiettivi di vita, obiettivi lavorativi, scopi e motivazioni). Per fare questo bisogna sapere bene dove si vuole arrivare ancora prima di mettersi a contatto con un computer.
Conoscere le funzioni dello strumento
Sapere cosa si può fare con un computer si può certamente aiutare a indirizzare ancora meglio il apprendimento. L’alternativa sarebbe quella di perdersi in un oceano di possibilità infinite che questo strumento infinitamente potente può proporsi.
Il coinvolgimento e intrattenimento digitale
Anche se oggi giorno il “mondo digitale” viene utilizzato ampiamente per il intrattenimento (specie sotto il profilo emozionale) bisogna sempre ricordare che l’informatica, i computer e gli smartphone sono sempre ed unicamente degli strumenti.
Circoscrivere il tempo del intrattenimento mediato dai dispositivi digitali è fondamentale per evitare che questi ci rendano irreversibilmente dipendenti.
Il mondo digitale il marketing che si è fatto sempre più sottile e raffinato sono in grado di rendere schiavi dei loro meccanismo.